venerdì 15 luglio 2011

Faselus, ovvero la barchetta di Catullo


In attesa di raggiungere le spiagge, sudo e sudo e sudo. In questo lago mi viene in mente per opposizione un altro lago, fresco e bello, cantato da Catullo in uno dei suoi piccoli capolavori.
Un lago, una barchetta ormai in pensione: che vi devo dire, un poco mi ci identifico:-)

La barchetta

di Catullo
(traduzione di Paola Magi)

Amici, la barchetta che vedete

fu, dice, velocissimo naviglio,

e non poté non superare l’impeto

d’altro legno natante, sia che avesse

da volare coi remi, o con la vela.

Non possono negarlo il minaccioso

litorale adriatico, le Cicladi,

Rodi l’altera e la selvaggia Tracia,

la Propontide truce o il golfo pontico,

ove questa, poi barca, prima è stata

selva chiomata; nel giogo citonio

spesso la chioma arguta sibilava.

Pontica Amastri e Citore selvoso,

d’esserti stato e d’esserti stranoto

dice, la barca, che fin dall’origine

sua prima ti era stata sul cocuzzolo,

che immerse i remicelli nel tuo mare,

che condusse tra flutti tempestosi

il suo padrone, da qualunque lato,

sinistra o destra, il vento richiamasse,

o che Giove spingesse ambo le vele;

e che mai, quando giunse a questo lago

limpido dall’oceano sconosciuto,

fece voti agli dèi del litorale.

Ma tutto questo, è stato: adesso invecchia

nascosta, e quieta a voi qui si consacra,

gemello Castore e gemello a Castore.



1 commento:

  1. Mi ci identifico anch'io, soprattutto dopo aver letto il post di Vitamina.Ma non è mica male sentire di avere raggiunto serenità e quiete. L'essenziale è che non diventi noia.

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