martedì 15 maggio 2012
Pangur Ban, bianco gatto del nono secolo
sabato 10 marzo 2012
La serva di gran cuore, di cui eri gelosa,
E che dorme il suo sonno sotto un’umile zolla,
Dovremmo tuttavia portarle qualche fiore.
I morti, poveretti, hanno grandi dolori,
E quando Ottobre soffia, d’alberi potatore,
Il vento malinconico intorno ai loro marmi,
Devono ritenere i vivi bene ingrati
A dormire al calduccio, come fanno, nei letti,
Mentre, rosi da sogni incoerenti e neri,
Senza compagno a letto, senza bei conversari,
Scheletri vecchi, freddi, lavorati dal verme,
Sentono sgocciolare le nevi dell’inverno
Ed il secolo scorrere, senza famiglia o amico
Che cambi i cenci appesi sopra la loro griglia.
Quando il ceppo soffia e canta, se la sera
Calma, nella poltrona la vedessi sedere,
Se, in una notte azzurra e fredda di dicembre,
La trovassi accucciata in un canto della stanza,
Grave, venuta dal fondo del letto eterno
A covare il bambino cresciuto col materno
Suo occhio, che direi a quell’anima buona,
Vedendo il pianto scenderle dalla palpebra vuota?