Ecco un altro sonetto dei Regrets di Joachim Du Bellay, sempre nella mia traduzione. Lo trovo molto profondo, filosofico nella sua apparente semplicità. Bellissima la chiusa: conoscere noi stessi è una grande conquista, per la quale val la pena sopportare le avversità della sorte.
Joachim Du Bellay
Accettiamo, Mauny, la cattiva fortuna,
ché la buona nessuno si può assicurare,
e che nella cattiva si può sempre sperare,
essendo sua natura non essere mai una.
Teme il saggio nocchiero la grazia di Nettuno,
sapendo che il bel tempo non può a lungo durare:
e non è meglio qualche tempesta sopportare,
che sempre aver timore che il mare sia importuno?
Dalla buona fortuna ci si trova ingannati,
la fortuna contraria ci rende più avveduti:
una spegne virtù, l’altra la fa apparire:
una ci inganna gli occhi col viso mentitore,
l’altra l’amico scernere fa dall’adulatore,
e chi siamo a noi stessi permette di scoprire.
Questo Joachim du Bellay continua ad essere una bella scoperta, grazie a te e alla tua traduzione. A quando una pubblicazione ?
RispondiEliminaVero che è un grande? Lo sto scoprendo via via che traduco. Vedrai che roba le cose che scrive sui Papi e sui Cardinali romani...
RispondiEliminaUna pubblicazione? spero presto. Ne ho tradotti un bel po', anche se poi devo fare ancora tutto il lavoro di revisione e annotazione. Mi piacerebbe dire a fine estate: vediamo se ce la faccio.