venerdì 17 maggio 2013

Attualità di Du Bellay

Sembra scritta oggi, purtroppo. La Roma di un tempo dov'è andata? 
Ecco cosa diceva Du Bellay nel Cinquecento: sempre mia la traduzione.



LXXXIII

Robertet, non pensare che questa Roma qua
Sia quella Roma là che tanto ti piaceva.
Credito non si fa, come allora s’usava,
Non si fa più l’amore, come s’usava già.

La pace ed il buon tempo qui non regnano più,
La musica ed il ballo vi devono tacere,
L’aria vi è corrotta, Marte vi è consueto,
Consueta la fame, la pena e l’ansietà.

L’artigiano vizioso qui chiude la bottega,
Qui l’ozioso avvocato lascia il suo incartamento
E il povero mercante vi porta la bisaccia:

Non vedi che soldati, ed elmi sulla testa,
Non odi che tamburi e simile tempesta,
E Roma tutto il giorno attende un altro sacco.


1 commento:

  1. Davvero il tempo è circolare e niente cambia, cara Paola: i vizi e la corruzione sono sempre gli stessi

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