mercoledì 13 luglio 2011

Moesta et Errabunda




Prima di partire per il mare, un saluto e un altro piccolo capolavoro di Baudelaire nella mia modesta versione.


Moesta et errabunda
di Charles Baudelaire
(traduzione di Paola Magi)

Dimmi, Agata, talvolta se ne vola il tuo cuore
via dall’oceano nero dell’immonda città
verso un oceano nuovo in cui splende la luce,
chiara, azzurra, profonda come Verginità?
Dimmi, Agata, talvolta se ne vola il tuo cuore?

Il mare, il vasto mare consola i nostri affanni!
che demone ha dotato il mare, roca voce
che segue il grande organo dei venti tumultuosi,
di codesta funzione sublime di nutrice?
Il mare, il vasto mare consola i nostri affanni!

trasportami, vagone! portami via, fregata!
Via, lontano! qui il fango si fa coi nostri pianti!
È vero che talvolta il triste cuore d’Agata
dice: via dai dolori, dai mali, dai rimpianti
trasportami, vagone! portami via, fregata!

Come siete lontani, paradisi odorosi,
dove, sotto l’azzurro, tutto è gioia ed amore,
e tutto ciò che si ama vale d’essere amato,
dove nel godimento puro s’annega il cuore!
Come siete lontani, paradisi odorosi!

Ma il verde paradiso degli amori infantili,
le corse, le canzoni, i baci ed i mazzetti ,
i violini vibranti da dietro le colline,
con le brocche di vino, a sera, nei boschetti,
ma il verde paradiso degli amori infantili,

quel paradiso ingenuo, dai piaceri furtivi,
è più lontano già che l’India e che la Cina?
Lo si può ricordare con grida lamentose,
e rianimarlo ancora di una voce argentina,
quel paradiso ingenuo, dai piaceri furtivi?


2 commenti:

  1. Complimenti per la traduzione e per la scelta di
    Baudelaire.

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  2. "Come siete lontani paradisi odorosi !": che bella, Paola, non la conoscevo.
    Grazie e buone vacanze marine

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