mercoledì 6 marzo 2013

Roma: istruzioni per l'uso

Joachim Du Bellay, francese alla corte romana del XVI secolo, ci ha lasciato un sonetto che anche oggi potrebbe benissimo illustrare cosa sia una certa "Roma" e quali ne siano gli effetti sui comportamenti dei politici che vogliano sopravvivere alle sue trappole. Sempre nella mia traduzione.




Per prolungare il termine lisciare un creditore,
corteggiare un banchiere, dare buona speranza,
non seguire parlando la libertà di Francia,
per rispondere un nulla, pensarci per mezz’ora:

non guastarsi per il troppo bere e mangiare,
non fare senza scopo una pazzesca spesa,
non dire ai quattro venti tutto quel che si pensa,
con un magro discorso lo straniero guidare:

conoscere gli umori, sapere chi domanda,
e per quanto si abbia la libertà più grande,
tanto più stare in guardia dall’essere ripresi:

vivere con ciascuno, di ciascuno far conto:
ecco, caro Sorel (e ne arrossisco d’onta),
il bene che in tre anni a Roma io ho appreso.

2 commenti:

  1. Sembra davvero scritta ora: i nostri politici (e non solo) potrebbero dire le stesse cose.Ma con molta minore eleganza!

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