Sembrerebbe scritto per questa giornata di politica italiana. Invece Du Bellay lo scriveva nella Parigi del XVI secolo. Sempre nella mia traduzione.
Se a corte vuoi avere
solida posizione,
Il silenzio (Ronsard) ti
sia come un decreto.
Chi ad un amico soffia la
chiave d’un segreto,
Diventare lo fa, da suo
amico, padrone.
Devi ancora, Ronsard, mi
parrebbe, tenere
Col tuo nemico qualche
discreta mediazione,
Agendo contro lui, dagli
dimostrazione
Che così ti fa agire
soltanto il tuo dovere.
Vediamo troppo spesso una
lunga amicizia
Per un nulla mutarsi in
fiera inimicizia,
Ed in odio l’amore sovente trapassare.
Del che (veduti i tempi)
non dobbiamo stupirci,
Ama dunque, Ronsard, come
potessi odiare,
Odia dunque, Ronsard, come
potessi amare.
Grandi parole valide ieri come oggi
RispondiElimina"del che ( veduti i tempi) non dobbiamo stupirci": profetico Du Bellay e brava Paola a riproporlo!
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