domenica 5 giugno 2011

Spleen III


La giornata piovosa sembra adatta a ripescare una delle mie recenti traduzioni.
Anche se a dire il vero oggi la pioggia mi dà più che altro un senso di vitalità: sul terrazzo le foglie verdeggiano a gara, luccicanti e robuste, piene di linfa e pronte a fiorire.

Spleen III

di Charles Baudelaire

traduzione di Paola Magi

Sono come il sovrano d’un paese piovoso,

ricco e impotente, giovane eppure molto annoso,

che, dei suoi cortigiani sprezzando i rituali,

coi suoi cani si annoia, e con altri animali.

Niente può rallegrarlo, né preda né falcone,

né il popolo morente di fronte al suo balcone,

la grottesca ballata del suo giullare amato

non attira la fronte del crudele malato:

il suo letto gigliato si trasforma in avello,

e le dame, per cui ogni principe è bello,

non sanno più trovare quell’abito impudico

che strappi a questo giovane scheletro un sorriso.

Mai non seppe il sapiente, che l’oro gli ha prodotto,

estirpargli dal seno l’elemento corrotto,

e in quei bagni di sangue, lascito dei Romani,

che i potenti ricordano quando si fanno anziani,

non seppe riscaldare quella carcassa ebète

in cui non scorre sangue, ma verde acqua del Lete.

1 commento:

  1. Oggi qui è sereno,ma mi sento anch'io come" il sovrano giovane eppur molto annoso"della poesia.
    Lo spleen alle volte arriva a tradimento.La tua traduzione è liquida e fluida come le gocce fitte di una giornata autunnale di"quel paese piovoso" in cui in questo momento mi sento di abitare.Ora me la copio.

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