lunedì 23 maggio 2011

Il serpente che danza




Ecco qua un altro Fiore di Baudelaire. Non so se questa possa essere considerata la versione definitiva, ci ho sudato parecchio e adesso comincia ad avere un aspetto accettabile.


Il serpente che danza

di Charles Baudelaire
traduzione della solita Paola Magi

Quanto mi piace, cara indolente,
veder brillare
del tuo bel corpo la pelle, come
stoffa cangiante!

Sulla profonda capigliatura
d’acri profumi,
mare odoroso alla ventura
di onde blu e brune,

Come una nave che al mattutino
vento si desta,
per cieli ignoti il mio sognante
cuore apparecchia.

Gli occhi tuoi, dove nulla si svela
di dolce o amaro,
sono gioielli freddi, in cui l’oro
si unisce al ferro.

Se ti si guarda andare in cadenza,
bella d’oblio,
ti si direbbe un serpe che danza
in cima a un bastone;

sotto il fardello del tuo abbandono,
la testa infante
ondeggia con la mollezza d’un gio-
vane elefante,

ed il suo corpo si china e allunga
come una barca
fine, che bordeggi, e immerga
le bome in acqua.

E, come un’onda cresce ai disciolti
ghiacciai grondanti,
se l’acqua della tua bocca sale
al bordo dei denti,

mi par di bere vino boemo
vincente e amaro,
un cielo liquido che mi dissemina
di stelle il cuore!

3 commenti:

  1. Oggi quando l'ho completata mi pareva discreta, ma a rileggerla ora la mia traduzione allo stato attuale mi sembra troppo artificiosa. Mi sa che dovrò rivedere qualcosa. Non so bene come fare con i versi brevi, se faccio i senari il ritmo si intoppa, ma se scendo a cinque sillabe ho poco spazio per dire le cose da dire. Forse potrei allungare a sette, ma temo di trovarmi con troppi buchi da riempire, e se non va bene eliminare troppo, peggio ancora è aggiungere arbitrariamente.
    Ci penserò.

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  2. Non cadere nell'eccesso di zelo.Così è bellissima, evocativa e sinuosa come un serpente.Davvero.Mi ripeto se ti dico quanto sei brava? Sì mii ripeto,ma non importa.
    Buona serata
    g

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  3. Ecco qua, cara Grazia, come ho modificato le strofe che mi parevano artificiose. Ora sono più soddisfatta.

    Sulla capigliatura profonda
    D’acri profumi,
    Mare odoroso e vagabondo
    Di onde blu e brune,
    Come una nave che alla mattina
    Risveglia il vento,
    Verso un lontano cielo il mio cuore
    Salpa sognante.

    e poi:

    Sotto il fardello dell’indolenza,
    La testa infante
    Ondeggia con la mollezza d’un gio-
    vane elefante,

    Ed il tuo corpo si china e allunga
    Come una barca
    Fine, che bordeggiando immerga
    Le bome in acqua.

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