Più in alto degli stagni, più in alto delle valli,
e dei boschi e dei monti, delle nubi e dei mari,
più lontano del sole, più lontano del cielo,
al di là dei confini delle sfere stellate
o mio spirito, tu agilmente ti muovi
come un buon nuotatore che si esalta nell’onda,
lietamente tu solchi l’immensità profonda
con una indicibile e maschia voluttà.
Su, vola via lontano da questi miasmi morbidi;
vatti a purificare nell’aria superore,
e bevi, come un puro e divino liquore,
la fiamma chiara, che colma gli spazi limpidi.
Dietro i fastidi, dietro quegli estesi dolori
che caricano e gravano l’esistenza brumosa,
felice colui che, con l’ala vigorosa,
può slanciarsi per campi luminosi e sereni;
i cui pensieri, come le allodole al mattino,
prendono verso il cielo un’ascensione ardita,
che plana sulla vita, e senza sforzo intende
il linguaggio dei fiori e delle cose mute!
Come e´profonda , Paola, questa poesia. Bisogna rileggerla, bisogna rifletterci.
RispondiElimina" Su vola via lontano da questi miasmi morbidi..." Non e´quello che vorremmo fare tutti in questi giorni tanto cupi e tanto complicati ?
Grazie di offrirci questi regali,
g
Avevo lasciato un commento, o così pensavo, ieri sera ma si è perso, forse, chissà.
RispondiEliminaE dicevo più o meno che anche io stavo pensando da un po' di scrivere una poesia di Baudelaire per il mio mercoledì delle poesie e poi ero arrivata qui e avevo trovato questa meraviglia.
Mi emoziona sempre quell'ultimo verso
e senza sforzo intende
il linguaggio dei fiori e delle cose mute!
per me sarebbe il paradiso, l'estasi, riuscire a comunicare con le cose mute.
Saluti!