martedì 29 marzo 2011

Suor Juana


Vorrei oggi proporvi una poetessa del XVII secolo, una monaca messicana dal destino infelice e tuttavia eccezionale. Suor Juana Inés de la Cruz fu donna di straordinario talento intellettuale, che faticò non poco a coltivare nel secolo dell'Inquisizione e nelle terre d'oltreoceano di un impero in decadenza come quello spagnolo. Non vi offro la mia traduzione, perché è già stata tradotta con grande efficacia e grazia da Roberto Paoli, nell'edizione della BUR.
Sentite cosa ardiva scrivere, la bellissima e fiera Juana, anticipando il secolo dei lumi.

Verde raggiro della vita umana,
folle Speranza, delirio dorato,
sogno disordinato degli svegli,
e, come i sogni, di tesori vana;

anima del mondo, vecchiaia ridente,
decrepito rigoglio immaginato,
l'oggi che hanno aspettato i fortunati
e il domani che attende chi ha sfortuna;

cerchi il tuo giorno dietro la tua ombra
chi con lenti di verde colorate
tutto vede dipinto a suo piacere;

io, più guardinga nelle mie occasioni,
ho entrambi gli occhi in entrambe le mani
e solamente ciò che tocco vedo.


6 commenti:

  1. Paola cara, ogni tuo post é una scoperta. Non conoscevo questa fiera donna. Ti "rubo" subito la poesia .
    Una magnifica e commovente cantante scommparsa qualche anno fa, Giuni Russo, aveva messo in musica le poesie di Teresa d'Avila, Giovanni della Croce e altri mistici. Un CD si intitola "Cercati in me" , un altro "Moriro' d'amore"
    Li conosci ? Vale davvero la pena. Se non li hai e ti interessano te li registro e te li mando .
    Buona giornata
    g

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  2. Non li ho, se me li mandi sarò felice di ascoltarli. Non si trovano su internet? magari vado a fare un giro su youtube, in questi giorni sono a casa malata e senza voce, quindi aimè ho un po' più di tempo.

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  3. Ah però, che temperamento!
    Bellissima l'immagine degli occhi nelle mani, anche se esprime un punto di vista (e solamente ciò che tocco vedo) diametralmente opposto al mio (che ho da sempre una fantasia ipertrofica).
    Grazie per la scoperta!
    Saluti

    @ Grazia: ricordo quando mi hai parlato di quei cd di Giuni Russo. Piovigginava ed eravamo vicino a piazza della Repubblica.

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  4. Sai Paola che c'è un film , che ho rivisto in questi giorni, aspetta che mi viene il titolo.. "Il labirinto del fauno" triste da morire , c' un essere , nel film, che ha gli occhi nelle palme delle mani e per vedere deve metterle dai lati del capo.

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  5. Poveretto. Le metafore non vanno mai applicate alla lettera...

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