La tragedia del Giappone occupa tutto il nostro orizzonte. L'apocalisse temuta pare realizzarsi ora dopo ora.
Anche i miei pesci dei un altro universo si sono tirati indietro, spariti sul velo fluttuante quasi temessero di intersecarsi ancora con noi. Volevo postare un altro limerick, ma come posso sorridere, come possiamo?
Sai cosa mi viene alla mente ? Forse ti sembreranno fuori luogo e come dire ? sovradimensionati , ma ripenso ad alcuni versi di Quasimodo.Li cito così ,solo quelli che mi ricordo :" E come potevamo come noi cantare...alle fronde dei salici ,per voto, anche le nostre cetre erano appese" Che vuoi , Paola, quando l'urgenza della realtá è così pesante ogni parola sembra di troppo.Nessuno di noi dimentica,nemmeno per un istante, quello che sta succedendo e quello che potrá ancora succedere. Eppure bisogna continuare a esercitare la difficile arte della leggerezza e continuare a sorridere.Non è superficialità , è la vita , il quotidiano che reclama i suoi diritti A presto , cara,un abbraccio g
Hai ragione, eppure oggi non me la sono proprio sentita, sono incollata ai notiziari, non ho la tv ma continuo a saltare da un giornale online all'altro, mi pare addirittura in modo nevrotico, ma cosa vuoi, è troppo spaventoso quello che sta accadendo. Sì, anche a me sono venuti in mente quei versi. Per una sera almeno facciamo Quaresima.
Non si sa più dove guardare, se alle distese di fango nero che erano città e luoghi da vivere , oppure ai reattori e agli eroi che combattono certi di perdere la vita per cercare di arginare i danni a Fukushima, oppure alla popolazione disciplinata e tristissima che passa per la seconda volta , dopo le esplosioni delle bombe atomiche, per un incubo nucleare. Mi viene da pregare , spero che Qualcuno ci ascolti per dare almeno un pò di consolazione al cuore delle persone.
Viene da pregare anche a me, e tu sai quanto io sia miscredente. Ma evidentemente anche la preghiera è un istinto, non so da dove ci venga, ce l'avremo anche quello nel dna. Non so chi prego, ma prego. Ci sentirà Qualcuno? Non so, ma almeno faccio qualcosa, visto che non so che altro fare.
Sai cosa mi viene alla mente ? Forse ti sembreranno fuori luogo e come dire ? sovradimensionati , ma ripenso ad alcuni versi di Quasimodo.Li cito così ,solo quelli che mi ricordo :" E come potevamo come noi cantare...alle fronde dei salici ,per voto, anche le nostre cetre erano appese"
RispondiEliminaChe vuoi , Paola, quando l'urgenza della realtá è così pesante ogni parola sembra di troppo.Nessuno di noi dimentica,nemmeno per un istante, quello che sta succedendo e quello che potrá ancora succedere. Eppure bisogna continuare a esercitare la difficile arte della leggerezza e continuare a sorridere.Non è superficialità , è la vita , il quotidiano che reclama i suoi diritti
A presto , cara,un abbraccio
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Hai ragione, eppure oggi non me la sono proprio sentita, sono incollata ai notiziari, non ho la tv ma continuo a saltare da un giornale online all'altro, mi pare addirittura in modo nevrotico, ma cosa vuoi, è troppo spaventoso quello che sta accadendo. Sì, anche a me sono venuti in mente quei versi. Per una sera almeno facciamo Quaresima.
RispondiEliminaNon si sa più dove guardare, se alle distese di fango nero che erano città e luoghi da vivere , oppure ai reattori e agli eroi che combattono certi di perdere la vita per cercare di arginare i danni a Fukushima, oppure alla popolazione disciplinata e tristissima che passa per la seconda volta , dopo le esplosioni delle bombe atomiche, per un incubo nucleare. Mi viene da pregare , spero che Qualcuno ci ascolti per dare almeno un pò di consolazione al cuore delle persone.
RispondiEliminaViene da pregare anche a me, e tu sai quanto io sia miscredente. Ma evidentemente anche la preghiera è un istinto, non so da dove ci venga, ce l'avremo anche quello nel dna. Non so chi prego, ma prego. Ci sentirà Qualcuno? Non so, ma almeno faccio qualcosa, visto che non so che altro fare.
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