venerdì 25 marzo 2011

RICOSTRUZIONE

L'hanno ricostruita in sei giorni. L'autostrada, i giapponesi. Un'autostrada distrutta dal terremoto. I giapponesi si inchinano continuamente: è arrivato il momento che un inchino lo facciamo noi a loro.
Quando ho letto la notizia mi è venuta in mente una piccola scena, che non c'entra assolutamente nulla, ma sapete come sono i fili delle idee: viaggiano per conto loro.
Mi è venuto in mente che un giorno d'estate, nel vialetto del bosco vicino casa (la casa di campagna non questa di Milano naturalmente), mi capitò di alzare, non ricordo più per quale motivo, un pezzo di mattone forato rimasto da qualche anno abbandonato e infossato nella terra. Ne rimaneva a vista un pezzo soltanto, la lastra superiore. Ero certamente in uno di quei sacri momenti di furore, quando quello che si è tollerato con sguardo indifferente per anni all'improvviso appare intollerabile, un'offesa al decoro. Dunque volevo toglierlo, quel forato inopportuno e di cattivo gusto. Lo sollevai con la zappetta, ma il mattone era lì da tanti inverni, e si era infradiciato: la lastra superiore si ruppe, e venne via solo quella, scoperchiando un formicaio. Le formichine avevano trovato un comodo nido prefabbricato e si erano sistemate in una numerosa famiglia, con tante belle uova oblunghe messe in fila una vicino all'altra.
Il panico: all'improvviso tutte quelle migliaia di gambette e testoline di nero lucido scattarono in un movimento caotico. Di solito ho una forte repulsione per questi insetti, ma rimasi a guardare affascinata. Nel caos apparente ci doveva essere un ordine che mi sfuggiva, perché notai in pochi istanti che le uova già cominciavano a diminuire. Le formiche continuavano a correre in tutte le direzioni, prendendo le uova e portandole via, senza urtarsi, senza rallentare, velocissime e sicure come soldatini, ma senza nessun generale che stesse lì a dare ordini. Notai che le stavano portando verso i piani inferiori: avevo tolto solo la prima lastra del forato, quindi la parte sottostante, con le sue piccole grotte squadrate di terracotta, era ancora sana e abitabile. In pochi minuti il traffico era andato scemando, il mucchio di uova era dimezzato, e continuava a calare a un ritmo incessante. Poco dopo solo qualche formica era ancora impegnata nell'opera di salvataggio, e potevo seguire meglio i singoli percorsi. Una la vidi che tentava di portare il suo uovo attraverso un passaggio da cui ne avevo visto già portare tante, ma ormai da quella parte doveva essere tutto pieno, perché dopo un paio di tentativi la formichina si diresse verso il lato opposto della lastra, e trovò subito un altro passaggio, da cui riuscì a scendere senza difficoltà.
Dopo qualche minuto tutto era concluso: non c'era traccia di formiche e di uova.
Mi passò ogni furore di ordine e di decoro: come avrei potuto distruggere quella famigliola appena ricomposta?
Insomma, le formiche: intelligenza e ordine, volontà di ferro, organizzazione, e anche un poderoso istinto di sopravvivenza, ma senza cieca obbedienza, come è stato dimostrato da recenti studi.
Come i Giapponesi. Prendiamo esempio, da loro e dalle formiche.

1 commento:

  1. Qualche anno fa lessi un libro "L'anima della formica bianca"mi pare si intitolasse che mi ha fatto guardare in maniera diversa il mondo dellle termiti e quello degli insetti in generale.
    Una societá in cui tutti apparentemente lavorano per il bene comune.
    Quando sono stata in Giappone da tutto questo mi sentivo oppressa. Ora ammiro senza riserve la loro pacata e poco lamentosa dignità.
    C'è tutto da imparare, davvero
    g

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