Una Madonna sul portone
Davanti a San Lorenzo c'è una serie di vecchie case cui danno accesso vecchi portoni in legno. Sono case gradevoli, qualcuna è di ringhiera; ormai le hanno tutte ristrutturate, ma con un certo rispetto per la loro vetustà. Milano ha sempre saputo unire la stabilità della propria identità allo spirito innovatore che è la sua anima bella e vera. Di questi portoni, uno ha sempre avuto un aspetto speciale, specialissimo, tanto da essere per me, e credo per moltissime persone che ogni giorno, come me, lo vedono, una presenza discreta e forte. I proprietari di quel portone, probabilmente allo scopo di disincentivare i graffitari molto presenti in zona, lo hanno fatto decorare con un meraviglioso volto di Madonna. Un volto bellissimo, silenziosamente assorto, sotto un velo discreto e senza tempo; grande, grande quanto tutto il portone, dipinto con mano sicura in colori che ricordano un po' l'effetto dei gessetti, un po' da madonnari insomma. L'immagine della Madonna - nel senso antico del termine, che indica genericamente una Signora - è completata da una serie di segni che parrebbero quasi i caratteri di una misteriosa scrittura, come se volessero richiamare i segni dei graffitisti, ma allo stesso tempo ritrovassero l'arcana nobiltà di una scrittura elegante e composta.
Ieri mattina viaggiavo assonnata sulla linea tre, quando un'immagine mi ha scosso con violenza, lasciandomi come tramortita. Il bel volto sul portone era stato straziato, sfigurato, oltraggiato senza rimedio da un'infame accozzaglia di stupidi scarabocchi fatti con la vernice spray.
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